La fattoria del Coup de Vague by Unknown

La fattoria del Coup de Vague by Unknown

autore:Unknown
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2021-02-11T00:00:00+00:00


5

Per tre volte di seguito, nella stessa settimana, si verificò uno scontro, o un diverbio, e ogni volta per Jean fu come se certe cose fino a quel momento inanimate, neutre o amichevoli si rivelassero improvvisamente ostili. Un po’ come se, in un incubo, i muri avessero cominciato ad avanzare e a stringerglisi addosso.

Prima ci fu il pranzo dopo la trebbiatura. Dato che avevano finito di trebbiare a mezzogiorno, non c’era motivo di offrire la cena, ci avrebbe pensato il proprietario del campo vicino, dove stavano già trasportando la macchina.

Il menù prevedeva coniglio e brasato di manzo. Jean aveva fatto notare che sarebbe stata la quinta volta che mangiavano coniglio, ma zia Émilie aveva ribattuto che le altre volte non la riguardavano e quelli a cui non piaceva il coniglio se ne andassero a pranzare a casa loro.

Tutto sommato, non andò peggio dei giorni precedenti. C’era da mangiare in abbondanza e sulla tavola apparecchiata in cortile, all’ombra del camion, non mancavano bottiglie di vino bianco e rosso.

Non andò peggio, ma l’atmosfera era diversa. Alla Richardière, al Moulin-Neuf e in tutti gli altri posti c’era un’aria di baldoria generale a cui partecipavano le donne, le ragazze e persino le vecchie, che venivano ad ascoltare le chiacchiere postprandiali. Ci si alzava da tavola con il piatto in mano per andare a sedersi sotto un albero e se qualcuno aveva un bisogno impellente si allontanava di qualche metro senza neanche interrompere la conversazione.

Le zie invece erano inappuntabili. Con un grembiule a quadretti azzurri sul vestito nero, stavano in piedi accanto al tavolo, vicino alla cucina, a badare che non mancasse niente e a servire i commensali.

Persino Marthe, senza volerlo, contribuiva a dare l’impressione che i braccianti venissero ricevuti dai feudatari del luogo in occasione di un compleanno o un evento importante.

Aveva cercato di fare del suo meglio per dare una mano. Si era messa un vestito assai grazioso, un abitino leggero che, abbinato a un cappello di paglia a tesa larga, le dava un’aria da signora elegante in tenuta da passeggio.

Le zie non avevano detto niente e nemmeno Jean aveva fatto commenti. Non aveva importanza. D’altronde, prima che il pranzo terminasse, Jean aveva notato che Marthe aveva due solchi sottili ai lati del naso, e poco dopo era rientrata precipitosamente in casa. Tempo qualche minuto zia Hortense la seguì e si sentì un trambusto nella camera al piano di sopra. Forse era normale, ma a Jean sembrò di avvertire per un istante un leggero sentore di etere. Quando ridiscese, la zia gli fece segno di non preoccuparsi.

La bisboccia durava ormai da una settimana e non c’era più bisogno di bere molto perché la conversazione assumesse un tono allegrotto. A cominciare fu il vecchio, lo stesso che qualche giorno prima si era lasciato andare a confidenze sul boschetto della Richardière. Raccontò in dialetto una storiella che Jean non conosceva, una storiella oscena, più che spinta, di un cattivo gusto imbarazzante.

A quel punto Hortense, che era presente, intervenne con la calma e la freddezza che rendevano i suoi commenti così sgradevoli:

«Non si vergogna, alla sua età?».



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